La festa di S. Giuseppe è molto seguita dal popolo alessandrino, sia dal punto di vista religioso, che da quello artistico-tradizionale.I preparativi iniziano moltesettimane prima, quando il Comitato, detto della "Deputazione di San Giuseppe", inizia a raccogliere le generose offerte per le vie del paese. Alcuni giorni prima la festa i familiari dei componenti il comitato, e qualche volontario che ha una "prummisioni", iniziano a preparare i numerosissimi piatti tipici alessandrini detti: "Pietanzi".Fra i più noti la "pignolata", a base di farina, uova, miele e "li sfinci", fritti. Ne vengono preparate in grandi quantità, visto che verranno offerte ai numerosissimi visitatori dell'altare principale, detto "l'altaru"
La domenica antecedente la festa, tre persone, un tempo scelte tra i più poveri e bisognosi del paese, cui andavano vestiario e cibo, vengono estratti a sorte: sono i cosiddetti Santi, che impersoneranno la Madonna, lu Bamminu e san Giuseppi per tutta la durata della festa.
La vigilia i Santi vengono accompagnati a casa del Presidente il Comitato per essere aiutati nella vestizione; ci si reca così in chiesa per la celebrazione dei Vespri al termine del quale tutti a vedere "lu iocu di focu" in onore del Santo.
Caratteristica principale della festa è l'allestimento dell'altare principale, addobbato sfarzosamente e ricco di "pietanzi", costituite principalmente da verdure varie, dolci, frutta e dal pane, caratteristico cioè dai "vucciddrati", cui vengono sistemati rametti di rosmarino e "barcu".
Il giorno di San Giuseppe la tradizione alessandrina vuole che non si mangi carne, ma pesce ed in particolare sarde.
Un altro piatto tipico della festa è la cosiddetta "milanisa", preparata appunto con le sarde, finocchi e "muddrica".
Oltre all'altare principale vengono allestiti altri altari minori da famiglie che, per grazia ricevuta o per qualche prummisioni a san Giuseppe Gli dedica tre o più santi e persino i tredici apostoli.
In piazza, accompagnati dalla musica il Comitato raccoglie le ultime e più generose offerte, rinnovando la tradizionale "Crucera" in via Roma e via Umberto.
Il giorno di festa a mezzogiorno in Madrice si celebra la Messa Solenne, sempre alla presenza dei Santi e del Comitato in prima fila.
Subito dopo la benedizione degli altari i Santi iniziano a mangiare: il tutto preceduto dall'orazione che fa una persona che "serbi li santi" e che ad ogni piatto ripete "manciati santuzzi".
Al termine i presenti sogliono baciare a turno i piedi dei "santi", iniziando rigorosamente dal Bambinello, proseguendo con la Madonna e per ultimo san Giuseppe, segno questo di umiltà e venerazione.
La sera dopo la celebrazione della Messa la processione per le vie del paese con la statua che raffigura San Giuseppe e il Bambinello che viene portata a spalla dai numerosi fedeli.
La festa, allietata dalla banda musicale, si conclude con la rituale "maschiata" al temine della quale i "santi" verranno riaccompagnati a casa del Presidente per svestirsi.
LA TAVOLA DI SAN GIUSEPPE
Le famiglie che hanno fatto ex-voto a S.Giuseppe, giorni prima della festa, preparano l’altare magnificamente addobbato con tovaglie bianche finemente ricamate, con fiori e "vucciddrata" adornati di rosmarino, arancie, "finocchi duci" e offerte in denaro secondo la disponibilità della famiglia. Al centro dell’altare viene posta l’immagine di S.Giuseppe, ma è molto importante che ci sia il "Crocifisso"; nelle parti laterali vengono sistemate pietanze di verdura di vario tipo, fritta con mollica di pane, pesci fritti in vari modi e dolci preparati con grande maestria si nota l’assenza assoluta della carne, che non esiste in nessun piatto (antica tradizione del nostro paese). Al centro della stanza viene preparato un tavolo rotondo con una tovaglia, sempre bianca, impreziosita da ricami, su cui trovano sistemazione, piatti posate e bicchieri molto pregiati, non devono mancare né la bottiglia d’acqua, né quella del vino. Completati gli addobbi, il prete viene a benedire l’altare. All’ora del pranzo prendono posto i Santi che rappresentano S.Giuseppe, la Madonna e il Bambino Gesù.
La padrona di casa o il cerimoniere invita i Santi e le persone presenti a mettersi in piedi e, dopo aver fatto il segno della Croce, innalza a Gesù la seguente preghiera:
"Signore Benedici questa mensa e tutti coloro che l’hanno preparata e aiutaci a condividere il nostro pane con coloro che non ne hanno e ti chiediamo grazie per i tuoi doni, grazie per questo cibo che ci permette di meglio servirti in ognuno dei nostri fratelli". Amen
Subito dopo la padrona di casa con una tovaglia di lino bianca sulla spalla sinistra e con una bacinella tra le mani con un po' d’acqua, rosmarino e "barcu" passa davanti ad ogni Santo per la lavanda delle mani, segno che ognuno sia mondo dai peccati.
Il pranzo s'inizia con l’arancia, poi il riso condito con broccoli, zafferano e un po' di salsa di la milanisa, poi la pasta a la milanisa "con sardi e finocchi rizzi" e si continua con l’assaggio di tutte le pietanza e si termina con l’arancia.
Al posto del formaggio si usa la mollica fritta con un po' di olio e sale. A tavola non dovranno mancare né l’acqua, né il vino, che hanno un significato importante "nella tavola dei Santi."
Il Bambino, che rappresenta Gesù, siederà al centro tra la Madonna e San. Giuseppe ed è importante che ogni volta si incominci a servire le pietanze preparate proprio da Lui che pur essendo il più piccolo, è il più grande nel senso spirituale.
La cerimonia si conclude baciando i piedi ai santi, tutti i presenti sfileranno ad uno ad uno davanti a loro, facendo una genuflessione segno di umiltà e di servizio verso i nostri fratelli bisognosi.
Dopo si ringrazia Gesù dicendo:
"Signore, ti ringrazio per averci dato la gioia di essere riuniti attorno a questa tavola e non permettere che in nessuna famiglia manchi il tuo amore."
SIMBOLI CRISTIANI
L’alloro: Rappresenta gioia e trionfi ed è il simbolo della sapienza
La Trinità: Tre pani in uno rappresenta Il Padre il figlio e lo Spirito Santo
Il vino: E’ il simbolo dell’amore di Dio e rappresenta il Sangue di Cristo sparso sulla terra per redimere l’umanità dal peccato.
L’acqua: Simboleggia la purificazione dei peccati per essere degni di presentarci a Dio con cuore puro.
Le tovaglie bianche: la purezza
L’anguilla: simbolo del Serpente tentatore
La pasta reale: cioè l’agnello che è il simbolo del sacrifici
Il cuore: E’ l’espressione dell’amore infinito di Dio per l’intera umanità
Il pane rotondo con il cuore: l’Ostia Consacrata
Le palme all’entrata dell’altare: E’ segno dell’accoglienza riferendosi all’entrata in Gerusalemme del Cristo e del suo imminente martirio.
Il cerimoniere: nel servire i santi a tavola spesso ripete "Mangiati Santuzzi"